lunedì 21 febbraio 2011

Morte non accidentale di un ambulante

Aveva il permesso di soggiorno e faceva l'ambulante. Con licenza. I vigili urbani di Palermo lo controllavano spesso - lui si sentiva perseguitato. Dieci giorni fa, Noureddine Adnane non ce l'ha fatta più e per protesta si è dato fuoco. Dopo più di una settimana è morto per le ustioni, a 27 anni. Era in regola ma i vigili l'hanno multato almeno quattro volte. L'ultima per il mancato rispetto di un regolamento comunale sulla sosta in luogo pubblico. Noureddine vendeva cappelli, sciarpe, occhiali da sole, evidentemente un pericolo per l'ordine pubblico e per l'economia...
Perché i controlli si fanno sull'ambulante, mica sul "fornitore". Una multa all'abusivo (ma Noureddine non lo era) e tutto passa. L'illusione basta, la criminalità vera può continuare con i suoi affari. Ma l'importante è essere inflessibile con il venditore di strada, meglio ancora se straniero. Peraltro l'accusa generale è che nessuno, vigili o passanti, abbia mosso un dito per impedire al giovane marocchino di darsi fuoco. E infatti ora la magistratura cerca testimoni, andrebbero bene pure le telecamere a circuito chiuso.
Non voglio sembrare qualunquista/populista, ma a me questa storia fa schifo. Adnane era marocchino ma per i palermitani era Franco. E mandava in Marocco i soldi per mantenere la famiglia. Altro che clandestino-abusivo-criminale.

2 commenti:

  1. Bravo Giò!
    Segnalo a chi non l'ha visto anche un ottimo fondo di Sofri su La Repubblica di ieri.

    http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2011/02/20/quella-morte-palermo-per-un-ora-di.html

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  2. Grazie Rizz.
    E' una di quelle notizie che non si possono ignorare.
    G

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