venerdì 18 febbraio 2011

Petrolio connection

La Sicilia al centro di una spy story. E non è un film.
Nell'agosto scorso la Regione ha ricevuto la richiesta da parte di due società, la svizzera Corum Anlage e la spagnola Ibercom, che volevano raffinare nell'isola 5 milioni di tonnellate di petrolio. Iraniano. Ora, le due società hanno un capitale sociale di 80mila euro, pochini per raffinare milioni e milioni di tonnellate di greggio (dicono di poter arrivare a 15 l'anno). Inoltre il Consiglio dell'Unione Europea ha introdotto restrizioni e limitazioni alla commercializzazione di prodotti iraniani, petrolio compreso. La nota mandata all'allora assessore all'Energia, Pier Carmelo Russo, era firmata dal rappresentante legale della società svizzera, un certo Antonino De Salvo, già protestato per assegni a vuoto e affarista noto in Brianza. E di mezzo c'era pure un ex deputato Dc, Nicola Ravidà. Russo dunque si è preoccupato e ha informato il questore di Palermo e il presidente del Copasir D'Alema. Insomma polizia e servizi segreti allertati.
Ecco che all'assessorato arrivano funzionari della Cia, con interrogatori in piena regola a Russo e ad altri dirigenti regionali. Gli americani temono che l'Iran si possa servire delle società per entrare sul mercato europeo dalla porta d'ingresso della Sicilia. Ma gli Usa sono preoccupati anche perché da qualche settimana la russa Lukoil ha acquisito il pacchetto di maggioranza della raffineria Erg di Priolo, nel siracusano. Nemici alleati, Russia e Iran, dunque? La Lukoil in effetti è socia della Gazprom, che l'anno scorso ha commercializzato 250 milioni di barili di petrolio iraniano.
Era dai tempi di Sigonella e Comiso che non si vedevano gli Stati Uniti così interessati (e preoccupati) alla Sicilia orientale...
La Sicilia, terra raffinata. Ma ogni tanto si accende la spia della benzina.

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