giovedì 18 settembre 2014

♪♫ Cuccurucucu Palomar ♪♫ (ahia - iaia - iai)

Questa storia della minaccia di trasferire il set della fiction Il commissario Montalbano dalla Sicilia alla Puglia è ridicola, fa ridere se non fossero anche pericolose e squallide certe posizioni. Gli amici liberisti direbbero "è il mercato, bellezza": ma loro per primi sorriderebbero di questa caccia al finanziamento pubblico. Il produttore Carlo Degli Esposti (Palomar) dice che la Regione Sicilia non gli dà conto – in tutti i sensi... – e che ogni dialogo si è fermato ai tempi di Fabio Granata assessore. Bene, è stato assessore dal 2000 al 2006 (prima ai Beni Culturali poi al Turismo), eppure Degli Esposti si lamenta solo adesso. E poi la Puglia non ha chiesto nulla: l'effetto bluff+provocazione sembra garantito. Dunque nessun derby tra governatori comunisti gay cattolici.
Certo, è altrettanto squallido che ora Crocetta annunci una specie di "legge Montalbano" ad hoc. Per non dire della polemica con la Rai per i soldi di Agrodolce. O l'autotassazione dei ragusani. Siamo alla farsa, altro che fiction. Appare più serio il Topalbano della Disney, che peraltro nella sua seconda avventura è finito addirittura a Las Vegas...
Ma al di là delle schermaglie, il produttore è offensivo quando sostiene che il Val di Noto è diventato patrimonio Unesco grazie alla fiction! Insomma, io non nego che i flussi turistici degli ultimi anni abbiano registrato un boom grazie a quella sovraesposizione mediatica. Ma l'Unesco ci ha iscritti nella lista nel 2002, con una candidatura presentata alla fine degli anni Novanta, quando Zingaretti a malapena studiava da "commissario". Quindi manca di rispetto a chi, per una volta almeno, ha messo da parte i campanilismi o se non altro ha saputo ricomporli per un fine comune. Poi Degli Esposti vada a dirlo a gente come il mio ex professore Paolo Nifosì, storico dell'arte e critico, che è tutto merito di un personaggio di fantasia...
Michele Riondino,
"il giovane Montalbano",
è pugliese
E a proposito di questo, storco il naso per l'ultima volta. Il Corriere della Sera ha scelto di far commentare questa vicenda allo scrittore e giornalista Matteo Collura, agrigentino, conterraneo di Camilleri. Al netto di stereotipi totalmente decontestualizzati sul barocco siciliano e su quello pugliese, Collura riconosce che Montalbano sarebbe straniero a nuotare nell'Adriatico (ma il Salento è pure jonico...). Ma è lo stesso Collura che nel 2004 ("In Sicilia", Longanesi), dedicando qualche sparsa riga agli Iblei, li descriveva come luogo «in cui fasulli quanto improbabili commissari di polizia trovano momentaneo rifugio tra un caso e un altro»? È un mistero che neanche il buon vecchio Salvo saprebbe risolvere.

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