martedì 10 febbraio 2015

Ha voluto la bicicletta...

Appena varcati i controlli di sicurezza, all'aeroporto di Catania, si viene accolti da una teca speciale. Lì dentro c'è una bicicletta, ma non una bici qualsiasi. Si tratta di una Montante, marchio storico siciliano degli anni Venti, che però si era perso per lungo tempo. L'artefice del rilancio è stato l'erede ormai più noto di quella famiglia nissena, Antonello (all'anagrafe Antonio Calogero) Montante. Quella bici all'aeroporto Bellini è una dedica ad Andrea Camilleri, che in un racconto del 2008, Contromano ai carri armati (contenuto nel libro La volata di Calò di Gaetano Savatteri), rievocò la sua corsa verso la libertà durante la guerra proprio in sella a quel gioiello di meccanica su due ruote. Gran bello sponsor.
Ecco, ho ri-scoperto il nome Montante solo qualche anno fa, per la bici esposta a Fontanarossa e perché il cavaliere Antonello è il presidente di Confindustria Sicilia, tra i principali sostenitori di quella "svolta antimafia" degli industriali dell'Isola lanciata dal suo predecessore Ivan (all'anagrafe Ivanhoe) Lo Bello. Un simbolo della nuova antimafia siciliana, protagonista di una stagione diversa e a suo modo rivoluzionaria. Camilleri parla infatti di "bici della Legalità".
La Sicilia, però, è una terra strana. La svolta di Confindustria fa e deve fare notizia perché fino a non troppi anni fa le contiguità tra criminalità e associazioni di categoria erano all'ordine del giorno (e spesso gli imprenditori onesti erano lasciati soli nelle loro battaglie). Non dette, ovviamente. Perciò appare un paradosso tipicamente siciliano che ora due presunti pentiti accusino di mafia Antonello Montante. L'obbligatorietà dell'azione penale fa sì che sia iscritto nel registro degli indagati presso non una, ma ben due procure antimafia, Catania e Caltanissetta. Dell'indagine si sa pochissimo o nulla, le bocche tacciono, i sussurri no. Torna alla ribalta per esempio il fatto che testimoni di nozze di Montante, nel lontano 1992, furono due mafiosi di Serradifalco. Legami di paese, diciamo.
I pentiti parlerebbero di appalti edili. Ma Montante, oltre che di bici, si occupa di ammortizzatori per veicoli industriali, con la sua Mediterr Shock Absorbers. Le accuse, le voci, le ipotesi, sarebbero molto pesanti. Anche perché il 52enne nisseno è il delegato di Confindustria nazionale per la legalità e da poche settimane Alfano lo ha nominato membro dell'Agenzia nazionale dei beni confiscati (non ho ancora capito se fosse una Montante la bici da 3mila euro che provarono a rubare ad Angelino...). Naturalmente Montante incassa la stima, il sostegno e reazioni ben al di là della solidarietà di maniera, da parte di Lo Bello, di Squinzi e di tutto quell'ambiente che sembra tornare a voler fare dell'antimafia una bandiera anche politica. E infatti la svolta della legalità ha avuto un ruolo fondamentale nel favorire l'elezione di Crocetta alla presidenza della Regione. Dopo due condannati per mafia, non dimentichiamolo.
Da una parte c'è chi parla di delegittimazione. In Sicilia capita. Dall'altra parte però si rimprovera a Montante di essere approdato in tempi molto recenti nella grande famiglia antimafiosa. I grillini gli chiedono un passo indietro. Finiamo sempre lì, nella gara a chi ce l'ha più... pulito.

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