martedì 16 febbraio 2021

Montalbano ero

Andrea Camilleri l’aveva detto: «Il commissario Montalbano finirà con me». Da fine sceneggiatore qual era, il Maestro di Porto Empedocle aveva scritto anche questo finale. L’ultimo capitolo della saga si è chiuso il 16 luglio 2020, un anno dopo la morte di Camilleri, con Riccardino, abbozzato addirittura nel 2005. Allo stesso modo, però, calerà presto il sipario sulla fiction di Rai1 campionessa di ascolti (repliche comprese): l’8 marzo andrà in onda l’ultimo episodio Il metodo Catalanotti, che ruota tutt’attorno al grande amore di Camilleri, il teatro. Giù il sipario, appunto... Sarà l’ultimo episodio perché dopo 22 anni, ha svelato Peppino Mazzotta alias ispettore Fazio, non se ne gireranno più: oltre a Camilleri sono morti anche lo storico regista Alberto Sironi e lo scenografo Luciano Ricceri.
Apriti cielo, anzi bedda matri! Scoppia la rivolta. No, non (solo) tra gli spettatori, ma in quell’angolo estremo d’Europa (copyright lord Berkeley, XVII secolo) che è la provincia di Ragusa. Qui, dove in certi punti si è a sud di Tunisi, la gente non ci sta. Qui sono stati girati i 37 episodi della serie, fingendo nel Val di Noto barocco patrimonio Unesco i già fittizi luoghi dei romanzi di Camilleri (in realtà agrigentini). E il de profundis della serie ha gettato nello sconforto un intero territorio. Ragusa, Modica, Scicli, le borgate marinare, ma anche le località del Siracusano come Noto: tutti hanno beneficiato di una vetrina pazzesca e hanno visto crescere – prima del virus mallitto – le presenze turistiche del 14% ogni anno dalla messa in onda del primo episodio. Da tutta Italia partono pure i tour organizzati verso i luoghi di Montalbano; il b&b di Punta Secca che ospita la casa di Salvo è uno dei soggetti più fotografati di tutta la provincia; i turisti vogliono visitare l’ufficio del commissario (che poi è la stanza del sindaco di Scicli). «Girate almeno Riccardino», implorano ora gli amministratori locali.
Già nel 2014 ci fu la minaccia di trasferire il set dalla Sicilia alla Puglia e tutti insorsero. Ma era solo una questione di soldi. Roba che Camilleri e il suo amico Salvo avrebbero liquidato con un ghigno. Ora invece c’è poco da ridere...


[mio commento pubblicato su Quotidiano Nazionale]