Prove e indizi

Non è che mi sono alzato una mattina e ho detto "ora faccio il giornalista". Ci sono arrivato dopo un certo percorso: gli studi, la cooperazione internazionale, il lavoro nel sociale si sono combinati e tutto sommato costituiscono un bel bagaglio. Però ho dovuto anche cominciare a scrivere qualcosa per capire che il giornalismo non sarebbe stata un'idea assurda. E per onestà dico che quando ero all'università non ci pensavo. Per questo vorrei segnalare qualche link ad articoli e saggi che ho scritto negli ultimi anni. Giusto per farmi conoscere un po' meglio.
Tutto è cominciato con la tesi triennale, una ricerca sul cricket in India e nei Caraibi. Assurda, ma proficua: da lì ho estratto un minisaggio per Studi Culturali, rivista del Mulino. Era il 2007.
Il primo articolo giornalistico è arrivato invece nell'estate del 2009, al rientro dalla Repubblica Democratica del Congo, per PeaceReporter. Poi mi hanno preso lì per uno stage di due mesi e ho scritto molto. Basterebbe digitare il mio nome sul motore di ricerca del sito. Io mi limito a segnalarne due che mi piacciono molto: il primo pezzo "mio" in redazione (ancora il Congo) e quello scritto poco dopo la fine dello stage, in vacanza a Parigi.
Intanto ho avuto il piacere di collaborare con un grandioso gruppo di ragazzi a Modica, che hanno messo su il mensile Il Clandestino - con permesso di soggiorno. Un pezzo cui tengo molto è anche quello che ho "riciclato" per il primo post di questo blog. Articolo poi ripreso da altri.
Ringrazio anche degli amici bolognesi che mi hanno chiesto di scrivere un saggio "siciliano" per la loro rivista di storia contemporanea, Diacronie.
Da qui è cominciato il mio percorso. La strada è impervia e piena di insidie. Ma io vado avanti.

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