martedì 14 giugno 2011

Isolani isolati #6

Spesso viene minacciato, non sempre viene messo in pratica. Lo "sciopero del voto" è un segnale forte, che una comunità stanca, delusa e arrabbiata lancia a chi di dovere. Nel giorno in cui il quorum del referendum viene raggiunto e la soglia del 50%+1 viene superata come non accadeva da anni, un'eccezione all'entusiasmo referendario si impone per il suo valore simbolico. Gli abitanti del comune di Lampedusa e Linosa, che comprende le due isole delle Pelagie, hanno deciso di disertare le urne in massa. Solo il 27,33% degli elettori lampedusani e linosani ha votato sui quattro quesiti nazionali. Lo avevano detto: se il governo non farà nulla di concreto per la popolazione, i seggi rimarranno vuoti. L'emergenza (chiamiamola così...) immigrazione ha fatto crollare le prenotazioni turistiche e dunque la maggiore voce dell'economia dell'arcipelago. Al di là dei confronti con gli altri comuni agrigentini (a Sambuca di Sicilia ha votato il 72% degli elettori, per esempio), la considerazione che mi viene spontanea è un'altra. Vero che non votando al referendum, paradossalmente un favore al governo l'avrebbero pure fatto, ma gli abitanti delle Pelagie non si sono fatti suggestionare dalle promesse inverosimili, soprattutto quelle del presidente del Consiglio. E hanno protestato civilmente, con una rinuncia importante, come qualcuno aveva già fatto per le Europee del 2009. È un monito alle istituzioni. Evidentemente la situazione è meno rosea di quella dipinta da Franco Gabrielli, erede di Bertolaso alla Protezione Civile, secondo cui, meno di una settimana fa, «Lampedusa è ok. E non fa più notizia...». A Lampedusa e Linosa molte cose sono ko, e fanno sempre notizia.

2 commenti:

  1. :-/ semmai doveva essere il contrario! Se berlusconi non avrebbe fatto nulla allora i lampedusani sarebbero andati alle urne e votato al 100% visto che i referendum erano contro il suo governo diciamo. Strano modo di protestare...

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  2. Può darsi. In ogni caso credo che volessero protestare in generale contro le istituzioni. Questo segnale qualcuno aveva provato a darlo già due anni fa, forse non conta più di tanto il tipo di elezione. Di sicuro è un fatto simbolico forte.

    Grazie per la visita e il commento,
    Giorgio

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