lunedì 23 gennaio 2012

Cammarata con svista

Non sono palermitano e devo ammettere che ogni tanto mi dà pure fastidio quando si tende a identificare l'intera Sicilia con il suo capoluogo. Palermo non è tutta la Sicilia, la Sicilia non è tutta a Palermo. Però è ovvio che quello che succede lì è fondamentale per tutta la regione e gli sviluppi politici della "capitale" sono importanti a livello nazionale.
prego
Nella prossima primavera i palermitani andranno a votare per il nuovo sindaco della città. Il primo cittadino uscente, Diego Cammarata, ha già raggiunto i due mandati ma una settimana fa ha pure deciso di lasciare in anticipo. E oggi è stata nominata Luisa Latella, attuale prefetto di Vibo Valentia, come commissario straordinario fino alle elezioni. Palermo è sommersa dai rifiuti, Cammarata è stato spesso assente, la sua attività amministrativa è stata mediocre, la sua maggioranza ha perso pezzi per strada, eppure l'abbronzatissimo Diego ha rivendicato i meriti della sua sindacatura. Rilanciando, peraltro.
«Mi dimetto perché non intendo dare alibi a nessuno in vista delle elezioni di primavera e rimanere abbarbicato alla poltrona per l'indennità. Sicuramente, non me ne vado perchè mi sono stancato di fare il sindaco, questa è una sciocchezza. Ma è atto di amore e responsabilità per questa citta. Chiudo 10 anni di amministrazione e posso andare a testa alta e reggere lo sguardo di alleati e avversari, senza la necessità di dovere abbassare gli occhi. Tra le ragioni delle mie dimissioni c'è anche l'immobilismo del Consiglio comunale che da due anni è in mano al centrosinistra e ha prodotto solo gettoni di presenza per i consiglieri. Il consiglio è stato vergognoso e l'atteggiamento sciagurato mi ha indignato»
Così diceva Cammarata al momento delle sue dimissioni. Insomma, non difetta certamente di autostima, l'amico di Gianfranco Micciché. E siccome Palermo non può venir meno alla tendenza recente di un centrodestra siciliano spaccato, ecco che Cammarata si scaglia contro la Regione, dunque contro Raffaele Lombardo e contro l'Mpa: «Una gestione commissariale costringerà la Regione ad assumersi piena responsabilità nei confronti della città. Lombardo non lo ha fatto nel passato e con me sindaco non lo farebbe di certo nei prossimi mesi di campagna elettorale». Volano parole grosse in quella che una volta era la grande famiglia della destra siciliana; per il governatore, Cammarata è stato il peggiore sindaco di Palermo.
Give him five
LAGALLA NEL POLLAIO. Tra una smentita e un'accusa («Mediaset? Ipotesi di fantasia. Non ho nessuna poltrona pronta, torno a fare l'avvocato e mi occuperò della mia famiglia»), l'ex sindaco di Palermo, andandosene, lascia comunque un vuoto nel centrodestra, costringendo il Pdl a trovare un candidato valido. Ai palermitani non piacerà il paragone, ma la situazione è simile a quella della Catania post-Scapagnini. Già prima che Cammarata si dimettesse, avevo azzardato un'ipotesi: Roberto Lagalla. Ex assessore alla Sanità in una giunta regionale Cuffaro e ora rettore dell'università di Palermo. Avevo notato che il professore stava godendo di un discreto trattamento stampa e mi sembrava che si stesse preparando una campagna sotterranea per lanciarlo.
Pare proprio che sia così, anche perché Lagalla potrebbe raccogliere attorno a sé l'Udc e partiti e movimenti finora recalcitranti come Grande Sud di Micciché. Il rettore potrebbe ricostituire un solido polo di centrodestra. Mpa escluso, ovviamente. I vertici nazionali e regionali pidiellini sono netti: nessuna alleanza con Lombardo. Dalla parte degli autonomisti è sceso già in campo Francesco Musotto, che contro Cammarata si presentò nel 2002. Lagalla comunque dovrebbe (dovrebbe) passare per le primarie.


Le primarie del Pdl, questa sì che è una notizia. Chi ormai dovrebbe avere una certa abitudine alle primarie è il centrosinistra. E fanno sempre notizia, se non altro per la tradizionale propensione al tafazzismo, all'autolesionismo e alla frammentazione. In Sicilia più che mai.
I BISOGNI PRIMARI(E). In una città amministrata per 10 anni dall'uomo che mandava un dipendente comunale assenteista a fargli da skipper sulla sua barca, il centrosinistra dovrebbe aver partita facile, penseranno i più distratti e forse ingenui. Ma no! La sinistra è troppo brava in questo campo, saprà spaccarsi ancora di più del centrodestra. E infatti i partiti palermitani (in sostanza il Pd) non sanno ancora a chi affidarsi. Di nomi se ne sono fatti tanti e alle primarie ci sarà da "divertirsi".
Proprio quando, qualche mese fa, ragionavo su Lagalla, pensavo anche a un aspetto che mi innervosiva molto. Mi sembrava che il centrosinistra non fosse in grado di trovare un buon candidato politico, a meno che non avesse una specie di plateale patente di legalità. Mi stupisco di me stesso, ma ho pensato alla solita polemica sui "professionisti dell'antimafia". A me sembra scontato che a sinistra si debba cercare un aspirante sindaco trasparente e onesto, ma ai vertici dei partiti in Sicilia preme che questo elemento sia sottolineato in termini fin troppo espliciti. E allora via con la giostra dei nomi inappuntabili: giacchetta tirata a Rita Borsellino, per ora parcheggiata a Strasburgo; molti vorrebbero Beppe Lumia, il volto dell'antimafia Pd che però garantisce l'alleanza con Lombardo; l'Idv va sull'usato garantito, che a Palermo è naturalmente Leoluca Orlando (lo stesso che nel 2007, tra mille polemiche e recriminazioni, è stato battuto da Cammarata). Qualcuno addirittura proponeva provocatoriamente il nome del pm Antonio Ingroia.
Vignetta di Giuseppe Lo Bocchiaro su Rosalio
Io non metto in dubbio il valore delle personalità, però tra i tanti problemi ne saltano agli occhi almeno due. Il candidato non lo sceglieranno solo gli elettori palermitani di centrosinistra (ma neanche quelli di centrodestra, per paradosso). Tutto è nelle mani e nella decisione del solito don Raffaè: quello che conta davvero è l'alleanza con Lombardo. Quindi su qualche nome, inevitabilmente, scatta subito il veto. E poi sono gli stessi partiti che qualche volta mettono alla porta potenziali candidati. Il Pd ha il suo rottamatore pure a Palermo: Davide Faraone è uno di quelli che con Lombardo non vuole avere nulla a che fare. Dalle parti dell'Idv è ancora peggio. I dipietristi hanno già il loro candidato e quindi niente primarie di coalizione: così il giovane consigliere Fabrizio Ferrandelli è stato allontanato dal partito. Vuole partecipare alle primarie? Lo faccia con il suo nome e senza il simbolo del partito.
Ferrandelli, segretario regionale del Partito Umanista (sic), piccolo gruppo della sinistra radicale, al consiglio comunale c'era finito come candidato indipendente all'interno della lista civica di Leoluca Orlando...
Borsellino, Ferrandelli, Faraone più i consiglieri Ninni Terminelli e Antonella Monastra, questi sono i nomi finora sicuri dei candidati alle primarie del centrosinistra. In attesa di Lumia. E Lombardo permettendo.

Nessun commento:

Posta un commento