sabato 12 dicembre 2015

Felice Natività

Alla Biennale di Venezia del 2013, l'artista vietnamita Danh Vo presentò un'installazione in cui, tra le altre cose, c'erano lo "scheletro" della chiesa cattolica di Hoang Ly, risalente al periodo coloniale, e di fronte una grande cornice in legno (230 x 197 x 3). Ma non era un telaio qualsiasi: aveva ancora microscopici frammenti di tela, fino al 1969 aveva ospitato la Natività con i santi Lorenzo e Francesco d'Assisi, opera di Caravaggio conservata nell'Oratorio di San Lorenzo a Palermo. Fino al 1969, però.
Nella notte tra il 17 e il 18 ottobre di quell'anno, infatti, il capolavoro di Caravaggio fu rubato. Pare dalla mafia, che ammazza anche arte e cultura, come l'Isis: se ne è parlato in tanti processi, addirittura si diceva che venisse esposto nei summit con Riina, presunta arma di ricatto contro Andreotti. Ancora oggi è tra i dieci quadri più "ricercati" al mondo; ha un valore di mercato superiore ai 20 milioni di dollari. L'episodio fornì a Sciascia lo spunto per il suo ultimo racconto, Una storia semplice.
Danh Vo dunque ne espose il telaio vuoto, grido d'allarme e di dolore, ma anche un potente richiamo al dovere della memoria.
Dopo 46 anni, la Natività palermitana torna (purtroppo solo virtualmente) al suo posto. Lo studio Factum Arte di Madrid ha creato infatti un clone, un Caravaggio 2.0 che replica fedelmente l'opera rubata. Punto di partenza una diapositiva a colori del '57. Il progetto è di Sky. La sostituzione virtuale non basta, chiaro, ma almeno prova a restituire sensazioni ed emozioni che la mafia ha calpestato. Sicuramente un'operazione simbolica. C'erano anche il presidente Mattarella e il neo vescovo Corrado Lorefice, alla prima uscita istituzionale.
Il quadro di Michelangelo Merisi riproduceva il tema sacro per eccellenza ma raffigurando personaggi ordinari, poveri, emarginati, spontanei. Evocazione di una Chiesa diversa e popolare. Un messaggio potentemente antimafia...

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